martedì 31 gennaio 2012

R.I.P.

"Facebook è come i blog, ma senza i contenuti."

Lo disse un mio amico, anni fa, all'inizio di Facebook, e ci penso spesso perché non potrei essere più d'accordo. È inquietante come le pagine di Facebook degli adolescenti siano totalmente prive di contenuti, in effetti, e si compongano solo di link condivisi, musiche prese da Youtube (quando va bene) e frasi fatte che ci si passa a catena. Non un aggiornamento di stato che comunichi qualcosa, non un'immagine personale di vita vissuta.
Penso anche, però, che x gli adolescenti di oggi Facebook sia l'equivalente della nostra Smemoranda, dove collezionavamo aforismi romantici e sdolcinati da quattro soldi, firme di amici, ritagli di giornali. Pochi contenuti privati e personali, anche in questo caso, ma tanto di rubato in giro, alla ricerca di un'identità in via di formazione.
E sarà che ormai non sono più adolescente da un pezzo (non lo sono stata quando era il momento, figuriamoci adesso), sarà che Splinder oggi chiude (R.I.P., vedi sopra) e a me mi vien la nostalgia, sarà che per salvare il mio vecchio blog mi sono riletta un po' e ho pensato che è un peccato aver smesso di prendere appunti di vita, sarà perché ultimamente non ho più tempo nemmeno di fare pipi e le mie letture si riducono a Donna e Mamma, Brazelton (quando va bene) e a Tata Lucia (quando va male), insomma sarà ma m'è venuta voglia di ricominciare. Non sarà più come allora, quando i blog mi cambiarono la vita, quando con Re Splinder e il suo bimbo andavamo a colazione da Princi, quando si facevano le blogfest e c'eravamo quasi tutti, quando ho conosciuto dei "blogger" che poi sarebbero entrati nel mio album di nozze, in poche parole, quando è iniziata Elisa 2.0. Non sarà la stessa cosa perché il mondo è cambiato, perché noi (noi di Splinder intendo) siamo cresciuti, ci siamo lasciati, ci siamo riprodotti, abbiamo cambiato vite. e poi non sarà lo stesso perché adesso, appunto, c'è Facebook.
Però mi è tornata la voglia dei contenuti, e allora, ci riprovo.

Leggerezza

Era il 2004. Era il primo appunto di lettura del mio blog nella sua nuova veste.
8 anni dopo, seguendo una tesi su Calvino, mi rileggo e mi trovo d'accordo.

Terminando Il Cavaliere Inesistente, letto in coda al Barone Rampante, mi fermo a pensare alla leggerezza. Calvino e la leggerezza. Non a caso Calvino scelse la leggerezza come lezione di apertura per quelle che avrebbero dovuto essere le sue letture estive ad Harvard e che ora grazie a Esther possiamo apprezzare nelle Lezioni americane. Riflettevo, come ci insegna lo stesso Calvino, sulla leggerezza come assenza di peso e notavo come nel parlato quotidiano dare peso alle cose significhi dare loro la dovuta importanza. Per Calvino però l’assenza di peso non è una fuga dal dare peso alla vita. La leggerezza di Calvino lo fa galleggiare, lo fa stare al di sopra delle cose, per guardare il mondo da un’angolatura diversa, vedi Il Barone Rampante. Inoltre guardare le cose dall’alto gli permette una visione d’insieme che la pesantezza di chi cerca di scandagliare chissà quali fondali non raggiungerà mai. Calvino non vuole prendere la vita con leggerezza, vuole semplicemente alleggerire ciò che è inevitabilmente pesante: la diversità (Il barone), la difficoltà nel trovare se stessi e la propria identità (Il Cavaliere), la filosofia (Palomar), l’essere umano in lotta con le imposizioni in generale.
Lo stile di Calvino è leggero, non facile, non appesantito da inutili vezzi retorici, senza fronzoli dove non serve. Il segreto di Calvino è lo stesso di tutti i moderni: il lettore che coopera alla realizzazione dell’opera, che Calvino sa compiersi anche nell’atto di lettura, il lettore protagonista, il lettore amico. Chiaramente non sono idee nuove, non sono nemmeno tutte sue, ma è forse colui che meglio le mette in atto, concretamente. Senza trucchi e senza inganni, è semplicemente reciproca comprensione. Calvino comprende che i suoi lettori sono su livelli differenti, e quindi scrive a più livelli, I nostri antenati sono fiabe fantastiche se lette da un bambino, simpatiche satire del quotidiano se lette da un adulto di cultura media, profonde riflessioni filosofiche ed esistenziali sull’uomo e la società sotto la lente di uno studioso. Eccola la grande, immensa leggerezza di Calvino, leggero come il vento sa entrare nei nostri interstizi, ci stuzzica e ci appaga: prerogative di un grande genio.