martedì 31 gennaio 2012

Leggerezza

Era il 2004. Era il primo appunto di lettura del mio blog nella sua nuova veste.
8 anni dopo, seguendo una tesi su Calvino, mi rileggo e mi trovo d'accordo.

Terminando Il Cavaliere Inesistente, letto in coda al Barone Rampante, mi fermo a pensare alla leggerezza. Calvino e la leggerezza. Non a caso Calvino scelse la leggerezza come lezione di apertura per quelle che avrebbero dovuto essere le sue letture estive ad Harvard e che ora grazie a Esther possiamo apprezzare nelle Lezioni americane. Riflettevo, come ci insegna lo stesso Calvino, sulla leggerezza come assenza di peso e notavo come nel parlato quotidiano dare peso alle cose significhi dare loro la dovuta importanza. Per Calvino però l’assenza di peso non è una fuga dal dare peso alla vita. La leggerezza di Calvino lo fa galleggiare, lo fa stare al di sopra delle cose, per guardare il mondo da un’angolatura diversa, vedi Il Barone Rampante. Inoltre guardare le cose dall’alto gli permette una visione d’insieme che la pesantezza di chi cerca di scandagliare chissà quali fondali non raggiungerà mai. Calvino non vuole prendere la vita con leggerezza, vuole semplicemente alleggerire ciò che è inevitabilmente pesante: la diversità (Il barone), la difficoltà nel trovare se stessi e la propria identità (Il Cavaliere), la filosofia (Palomar), l’essere umano in lotta con le imposizioni in generale.
Lo stile di Calvino è leggero, non facile, non appesantito da inutili vezzi retorici, senza fronzoli dove non serve. Il segreto di Calvino è lo stesso di tutti i moderni: il lettore che coopera alla realizzazione dell’opera, che Calvino sa compiersi anche nell’atto di lettura, il lettore protagonista, il lettore amico. Chiaramente non sono idee nuove, non sono nemmeno tutte sue, ma è forse colui che meglio le mette in atto, concretamente. Senza trucchi e senza inganni, è semplicemente reciproca comprensione. Calvino comprende che i suoi lettori sono su livelli differenti, e quindi scrive a più livelli, I nostri antenati sono fiabe fantastiche se lette da un bambino, simpatiche satire del quotidiano se lette da un adulto di cultura media, profonde riflessioni filosofiche ed esistenziali sull’uomo e la società sotto la lente di uno studioso. Eccola la grande, immensa leggerezza di Calvino, leggero come il vento sa entrare nei nostri interstizi, ci stuzzica e ci appaga: prerogative di un grande genio.

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