lunedì 16 marzo 2009

I care, or do I?

La scorsa settimana si parlava del ruolo degli artisti nel promuovere la cultura anche alla base della piramide della società. Ci si chiedeva: non basterebbe provare a parlare alle masse, provare a parlare a loro, senza rinchiudersi nella torre d'avorio della cultura e dell'arte?
Io avevo parlato di un aspetto di questo problema qui, ospitata dall'amico scrittore Antonio Pagliaro, che a sua volta fa qualcosa che reputo importante per la diffusione della coscienza e del sapere.
La questione è molto problematica e se esistesse una soluzione credo che qualcuno avrebbe già provato ad adottarla. Ma la realtà è molteplice e complessa. Anzi, qual è la realtà? Sono le "masse" ad avere scarso interesse nella cultura e nell'arte, a crogiolarsi nella propria ignoranza? Sono i media che non promuovono la cultura e l'arte per avere una società incapace di "masticare e digerire"? O sono invece gli artisti e gli intellettuali che non vogliono arrivare alle masse e parlano un linguaggio che appartiene a una realtà solo loro, incomprensibile al di fuori di quella torre d'avorio?

2 commenti:

  1. per essere banali, suggerirei la vecchia figura del "circolo vizioso"...
    per arricchire un pochino il mio commento, fin qui inutile, proverei ad affrontare il tema dall'altro lato. Si potrebbe infatti discutere l'assenza di promozione artistica-culturale, mentre ahimè, non può essere ignorata la promozione di gusti e comportamenti orgiastici e "mindless", impostati alla frenesia del tutto-e-subito ad ogni costo e la cui conseguenza è stata quella di ridurre ad una le unità di misura spaziali, temporali e spirituali: la moneta.
    Non manca la promozione culturale. Piuttosto c'è troppa promozione di altro.

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